Muffa in casa – Ecco i pericoli Muffa sui muri

Che cos’è la muffa sui muri

Problema piuttosto comune e nello stesso di non facile soluzione, quello della muffa sui muri è un fenomeno consistente nella comparsa di macchie scure e compatte localizzate soprattutto negli angoli delle pareti oppure a contatto con il pavimento.

Si tratta di un inconveniente non soltanto estetico, ma che interessa anche la salute in quanto le spore fungine responsabili di questi affioramenti sono in grado di provocare l’insorgenza di alcune patologie. Il termine “muffa” indica un complesso di organismi pluricellulari appartenenti al genere dei miceti, comunemente conosciuti con il nome di funghi. Questi microrganismi possiedono proprietà tossiche, patogene e allergizzanti nei confronti degli organismi viventi.

Il loro ciclo vitale risulta particolarmente attivo in presenza di due fattori concomitanti, che sono il calore e l’umidità, dalla cui combinazione deriva un notevolissimo incremento di riproduzione. In tali condizioni, tipiche di ambienti chiusi e scarsamente aerati, le muffe tendono a proliferare in maniera incontrollata, contribuendo alla colonizzazione di aree sempre più estese. La muffa in casa costituisce infatti un fenomeno che, una volta comparso in un punto, si distribuisce con rapidità nelle zone adiacenti, arrivando in poco tempo a occupare anche vaste superfici.

Questi agenti infettanti, che sono dotati di un’estrema resistenza e adattabilità, vengono trasportati molto facilmente nell’aria, arrivando a distribuirsi sia internamente che esternamente nei vari contesti abitativi. Le loro spore sono infatti abbondanti nell’aria ma possono annidarsi anche nel suolo, assumendo quindi una distribuzione praticamente ubiquitaria. È proprio nell’aria che si registrano le maggiori concentrazioni di spore della muffa, in particolare in autunno e in primavera, e dall’aria esse tendono a fermarsi sulle superfici di ambienti caldi e umidi. Questo fatto dipende dalla modalità del loro ciclo biologico che necessita di temperature superiori ai 18-30 gradi e di un tasso di umidità relativa superiore al 60% e quindi piuttosto elevato.

Secondo le più recenti linee guida del Ministero della Salute, la SBS (Sick Building Syndrome) o Sindrome dell’Edificio Malato, consiste nell’insieme di danni alla salute provocati dalla condensa alle pareti. Questi disturbi interessano non soltanto il sistema tegumentario (con dermatiti ed eczemi allergici), ma anche l’apparato respiratorio (con sindrome asmatica).

Cause della formazione di muffe alle pareti

Il principale fattore responsabile dell’insorgenza della muffa sulle pareti è rappresentato dall’umidità; esistono vari generi di questo fenomeno che dipendono dalla modalità con cui si propaga sulle superfici.

  • L’umidità di risalita deriva dall’ascensione di acqua dal pavimento verso il soffitto degli ambienti, che si realizza in seguito a processi relativi sia alla capillarità che all’assorbenza dei muri. Essa dipende essenzialmente dalla presenza di falde acquifere nel sottosuolo, alle quali si aggiungono le quote derivanti dalle precipitazioni atmosferiche. La differente capacità di assorbimento dei materiali edili impiegati contribuisce in maniera evidente a questo fenomeno in relazione all’impatto che mostrano verso il terreno. Calcestruzzo, pietra e laterizio sono infatti substrati porosi in grado di favorire la capillarità che, in alcune circostanze, può arrivare fino a un metro d’altezza. Le condizioni che favoriscono l’umidità di risalita sono: costruzioni non rialzate da terra, scarsa ventilazione, abitazioni interrate e prive di scannafosso.
  • L’umidità da condensa invece si forma in seguito al cambiamento di stato del vapore acqueo che, quando si verificano bruschi sbalzi di temperatura, si trasforma in liquido. Si tratta di un problema particolarmente insidioso soprattutto in determinate aree degli edifici, come all’interno della muratura in corrispondenza del passaggio delle tubature oppure in prossimità degli infissi. Di solito la condensa è presente in particolare sui muri perimetrali, sui soffitti o anche al confine con i pavimenti, o comunque negli angoli dove non c’é un’adeguata circolazione d’aria. Spesso l’umidità può intaccare anche i mobili appoggiati contro queste strutture murarie, soprattutto le pareti di armadi oppure di letti, in quanto non è possibile una corretta circolazione d’aria.
  • L’umidità da condensa si verifica di solito nelle zone dei ponti termici (dove i pilastri strutturali si collegano alle pareti) oppure a causa di errori di progettazione edile.
  • Le infiltrazioni costituiscono un’altra importante concausa delle muffe e dipendono dall’ingresso di quantitativi di acqua attraverso punti scoperti della struttura.

Le zone maggiormente interessate sono le fondamenta che, trovandosi a diretto contatto con il sottosuolo, ne assorbono abbondantemente il vapore sprigionato dal terreno. Oltre all’umidità, un’altra concausa responsabile della formazione della muffa dipende da un inadeguato ricambio d’aria in quanto l’umidità viene prodotta principalmente all’interno dell’abitazione dagli stessi occupanti degli ambienti.

Una famiglia di tre persone emette circa 9 chili di vapore acqueo al giorno, derivante dai processi respiratori, dall’evaporazione del sudore, dalle preparazioni gastronomiche e dalle pratiche igieniche. Durante il sonno da una persona vengono prodotti circa 40 grammi di umidità all’ora, soprattutto quando le stanze da letto sono surriscaldate oppure poco aerate. Le normali attività quotidiane arrivano a emettere nell’aria fino a 55 grammi all’ora di vapore per ogni persona. Tutto questo vapore, dopo essersi accumulato, tende a depositarsi nei punti più freddi dei muri, come appunto gli spigoli a contatto con soffitti o solai e anche a livello delle pareti orientate verso l’esterno.

Se non trova rimedio questo accumulo aumenta progressivamente poiché gli strati più superficiali delle superfici murarie si intridono di umidità andando a peggiorare una situazione già notevolmente compromessa a livello degli strati sottostanti, contribuendo a innescare un meccanismo autorigenerante. Infatti si verificano ingenti scambi di vapore che attraverso la capillarità interna facilita la distribuzione a l’attecchimento dell’umidità. Bisogna ricordare che la crescita e la proliferazione di muffe e microrganismi si verifica proprio sulla condensa provocata dalle elevate concentrazioni di umidità.

Danni provocati dalle muffe sui muri

La formazione di muffe sull’intonaco murario provoca numerosi danni sia logistici ed economici sia rapportabili alla salute delle persone che abitano negli ambienti insalubri. L’umidità in casa responsabile del fenomeno richiede una maggiore quota di riscaldamento per eliminare le formazioni affioranti sulle pareti che, nella maggior parte dei casi, sono molto resistenti. La presenza di muffe si accompagna solitamente al sollevamento di parti d’intonaco (bolle) che tendono a staccarsi lasciando scoperta la base di cemento. Si tratta di danni piuttosto ingenti che richiedono interventi murari impegnativi anche dal punto di vista economico.

L’aspetto maggiormente preoccupante che deriva dalla presenza di muffe sulle pareti è quello conseguente alla presenza di spore che, staccatesi dalle formazioni, si distribuiscono nell’aria e possono venire a contatto con la pelle degli individui oppure essere respirate ed entrare nelle vie aeree. I danni alla salute si manifestano nell’immediato oppure nel lungo periodo e tendono a cronicizzarsi provocando l’insorgenza di disturbi duraturi. A livello dermatologico è possibile osservare la presenza di dermatiti da contatto, di rash cutanei o anche di patologie desquamanti accompagnate da forti pruriti e da ulcerazioni della pelle.

Se inalate, le spore sono in grado di penetrare attraverso le prime vie aeree causando riniti allergiche e raffreddori complicati da congestione nasale e tosse. Anche gli occhi vengono danneggiati dalla presenza di tali microrganismi e manifestano forme irritative, congiuntivite e lacrimazione profusa. Nel tempo, se le problematiche non trovano soluzione, possono provocare la cronicizzazione dei sintomi con la comparsa di fenomeni asmatici bronchiali di natura allergica. Alcune forme di polmonite da muffa sono state collegate soprattutto all’inalazione di spore di Aspergillus, uno dei più comuni esemplari.

La funzionalità del sistema nervoso può essere alterata con diminuzione di memoria e concentrazione, manifestazioni vertiginose e frequenti emicranie. Un inquinamento microbico di tal genere coinvolge centinaia di specie di batteri e miceti patogeni per l’uomo, in grado di crescere in maniera esponenziale quando esistono condizioni predisponenti nell’ambiente.

Come affrontare il problema della muffa sui muri

Per affrontare i problemi muffa in un’abitazione bisogna agire principalmente sul fattore umidità, cercando di eliminare i fattori predisponenti alla sua comparsa. Nello stesso tempo è però necessario che l’atmosfera non sia troppo secca poiché anche questa condizione risulta nociva per il benessere dell’apparato respiratorio e delle mucose in genere. Pertanto è utile mantenere costantemente un tasso di umidità relativa pari al 50% per ottenere un habitat ottimale per l’uomo, eliminando il rischio di formazione della condensa. È fondamentale dunque creare un adeguato microclima che sia equilibrato sotto tutti i punti di vista e soprattutto che garantisca le migliori prestazioni abitative. La cucina e la stanza da bagno sono gli ambienti in cui solitamente si concentra la maggiore percentuale di umidità e sono quindi i primi a essere bonificati; da essi infatti può partire la diffusione delle spore che si distribuiscono poi negli altri locali.

Esistono vari approcci a questo problema, che non sempre si rivelano efficaci; a livello strutturale, durante la costruzione oppure la ristrutturazione di un edificio è possibile impiegare alcune soluzioni che non sempre si rivelano vantaggiose. Si tratta di interventi invasivi (soprattutto se realizzati su immobili già costruiti) e particolarmente costosi; come alternativa si possono applicare esternamente alle pareti delle stanze dei pannelli isolanti realizzati in multistrato oppure compensato che, oltre a rivelarsi antiestetici, non sono neppure risolutivi. Bonificare un ambiente umido è un procedimento che richiede competenza ed esperienza perché il problema di eliminare muffa deve essere radicale ed efficace.

Esiste la possibilità di utilizzare dei deumidificatori, apparecchiature il cui ruolo è quello di assorbire l’umidità in eccesso soprattutto a livello delle finestre, che rappresentano punti critici dell’abitazione in quanto, attraverso i vetri, sono superfici di facile scambio con l’esterno.  Il metodo che attualmente sta ottenendo i risultati migliori prevede il montaggio di sistemi di Ventilazione Meccanica Controllata Prana che, oltre a garantire una ventilazione ottimale, contribuiscono a bonificare costantemente la qualità dell’aria domestica.

Infatti oltre al calore e all’umidità un altro fattore predisponente alla formazione della muffa sulle pareti è collegabile al tasso d’inquinamento interno all’abitazione che purtroppo supera da 2 a 20 volte quello esterno. Ventilare i locali attraverso innovativi sistemi di Ventilazione Meccanica Controllata significa quindi anche introdurre aria “pulita” ricca di molecole di ossigeno ionizzato.

Sistema di Ventilazione Meccanica Controllata

Il sistema VMC (Ventilazione Meccanica Controllata) consente un efficiente ricambio dell’aria presente all’interno di un’abitazione senza alterare la sua efficienza termica in inverno e neppure la climatizzazione in estate. Si tratta di un’efficace procedura finalizzata a evitare che si creino le condizioni predisponenti alla formazione di condensa e quindi di muffa. Nella progettazione di una casa attualmente le finalità di cui tenere conto sono relative a vari aspetti; innanzitutto all’isolamento termico (cappotto) che permette di risparmiare sulle spese di riscaldamento.

Anche gli infissi costituiscono un aspetto di notevole rilevanza in quanto, quando rispondenti a elevati standard qualitativi, limitano la dispersione di calore e mantengono condizioni climatiche ideali negli ambienti. Il metodo di ventilazione meccanica controllata con recupero di calore contribuisce da un lato ad assicurare un corretto ricambio aria in casa e d’altro lato a risparmiare sulle spese per il riscaldamento dato che le finestre non vengono aperte. Grazie a una perfezionata tecnologia esso è in grado di contrastare anche la penetrazione del caldo durante la stagione estiva, garantendo il mantenimento di un’efficace climatizzazione.

I risultati ottenuti comprendono quindi sia un risparmio in termini economici sia un elevato comfort abitativo in tutte le stagioni.

La differenza tra i valori dell’umidità relativa interna all’abitazione ed esterna è direttamente proporzionale al gradiente di temperatura; pertanto maggiore è la variazione termica tra esterno e interno della casa, più elevata è la percentuale di umidità relativa interna. Durante la stagione invernale, quando le temperature esterne sono basse, la ventilazione meccanica controllata contribuisce ad asciugare le stanze, abbassando il tasso di umidità.

Il sistema della VMC con recupero di calore consiste in un funzionamento semplice e ben studiato in grado di creare un microclima salubre all’interno dell’abitazione, unendo elevate prestazioni funzionali all’efficienza energetica. Infatti il suo meccanismo d’azione consente un adeguato ricambio d’aria continuo e controllato senza la necessità di aprire le finestre (e quindi evitando dispersioni termiche). Il costante ricambio dell’aria favorisce l’eliminazione di anidride carbonica, di inquinanti interni, di polvere e di vari tipi di allergeni, ma non di calore, che viene appunto recuperato.

Vantaggi derivanti dal sistema VMC Prana puntuali (decentralizzati)

I sistemi di Prana sono adattabili a ogni tipo di immobile, anche preesistenti in quanto la loro installazione risulta estremamente rapida (circa due ore) e non prevede interventi strutturali invasivi. Le dimensioni particolarmente compatte dei recuperatori li rende invisibili in quanto vengono inseriti nella parete attraverso un unico foro.

  • Il sistema Prana si distingue anche per la velocità d’installazione che non prevede opere di canalizzazione né altri interventi particolarmente invasivi.

Grazie ai vari sensori, il recuperatore lavora dove e quando serve, al contrario dei sistemi centralizzati il cui funzionamento riguarda l’intera abitazione, con elevato dispendio energetico. L’impiego del telecomando consente di regolare con grande facilità la funzionalità del sistema. È possibile controllare il funzionamento del recuperatore anche tramite app mobile.

Da oltre quindici anni operante nel settore della ventilazione, il Prana è un’azienda particolarmente sensibilizzata per un basso impatto ambientale, che tiene conto sul benessere del edificio e le persone che lo vivono.

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